Indicazioni terapeutiche dell’ossido nitrico


La deficienza di ossido nitrico ( NO ) ha un ruolo in molti processi patofisiologici nei mammiferi.

L’ossido nitrico è una molecola ubiquitaria, coinvolta in diverse funzioni cellulari.

La produzione incontrollata o inappropriata di ossido nitrico può portare a diverse malattie, tra cui shock settico, artrite reumatoide ed artropatie infiammatorie, e all’espansione di danno cerebrale dopo ictus.
Non esistono terapie in grado di controllare l’iperproduzione di ossido nitrico.

In modo similare, la sottoproduzione di ossido nitrico ad opera della NO sintetasi o una maggiore degradazione, possono anche portare a malattie, come ipertensione, condizioni ischemiche, preeclampsia, parto prematuro.
Terapie donatrici di ossido nitrico sono indicate in queste condizioni.

La Nitroglicerina ed i nitrati ( donatori di ossido nitrico ) sono stati impiegati nel secolo scorso, soprattutto per trattare la malattia vascolare e presentano un buon profilo di sicurezza.
La cefalea è l’effetto indesiderato più significativo.

Quando l’organismo non è in grado di generare ossido nitrico o il suo turnover è troppo rapido, può essere somministrato ossido nitrico esogeno, o prolungate le azioni dell’ossido nitrico endogeno.
I pazienti che possono beneficiae di ossido nitrico sono quelli con angina pectoris, malattia coronarica, ipertensione, osteoporosi, disordini della motilità gastrointestinale, disordini correlati alla gravidanza ( parto prematuro, preclampsia, vulvodinia ) e disfunzione erettile nell’uomo.

La deficienza di ossido nitrico in postmenopausa è corretta mediante la terapia di sostituzione ormonale, che favorisce la produzione locale di ossido nitrico.

Nelle donne in postmenopausa, e forse anche negli uomini più anziani, il declino della produzione locale di ossido nitrico, secondario alla deficienza di estrogeni, potrebbe rappresentare una delle ragioni per l’aumentata incidenza, correlata all’età, di eventi cardiovascolari e di disfunzione sessuale.

Wimalawansa SJ, Expert Opin Pharmacother 2008; 9: 1935-1954

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