Ipofisi, nella maggior parte si tratta di tumori benigni


L’ipofisi è una ghiandola molto piccola, posta alla base del cranio, ma con un impatto importante sulle funzioni dell'organismo: non solo produce ormoni fondamentali quali l’ormone della crescita, la prolattina, cioè l’ormone che stimola la produzione di latte dopo il parto, ma regola anche il funzionamento di tutte le altre ghiandole endocrine del corpo, quali la tiroide, le ghiandole surrenali, i testicoli nell’uomo e le ovaie nella donna.

Il suo funzionamento detta i ritmi del complesso sistema endocrino.

Le disfunzioni ipofisarie, caratterizzate da una ridotta produzione ormonale, possono indurre sintomi a volte aspecifici, quali disturbi visivi, nausea, cefalea e affaticabilità.
Alcuni dei sintomi, possono, inoltre, mimetizzarsi ed essere erroneamente attribuiti ai processi fisiologici dell’invecchiamento, come ad esempio l’irregolarità o la scomparsa del ciclo mestruale nella donna nel periodo della menopausa, l’impotenza e i disturbi dell’erezione negli uomini.

Le disfunzioni dell’ipofisi sono dovute nel 90% dei casi a tumori. Nonostante siano rari, con una prevalenza stimata di 70-100 casi su 100.000 individui, rappresentano il 10% di tutte le neoplasie intracraniche.

Questi tumori molto raramente ( solo nello 0.2 % dei casi ) sono dei carcinomi. Nel rimanente 99.8% si tratta di tumori benigni, gli adenomi, tipici dell’età adulta e avanzata.

Gli adenomi dell’ipofisi possono essere secernenti o non-secernenti.

Nel primo caso si hanno malattie correlate al tipo di ormone prodotto.
Tra queste la sindrome di Cushing dovuta a un eccesso di ACTH che induce ipersecrezione di cortisolo da parte del surrene o l’acromegalia dovuta a un eccesso di ormone della crescita.

Per quelli non-secernenti i problemi principali possono essere dovuti alla crescita dell’adenoma e alla compressione delle strutture circostanti, fra queste, le più a rischio sono le strutture visive.

In presenza di adenomi voluminosi la normale produzione ormonale ipofisaria può essere compromessa, così si rende necessaria una terapia ormonale sostitutiva.

In caso di diagnosi di tumore ipofisario, la scelta del trattamento dipende dalle dimensioni, dal tipo di ormone prodotto e dall’eventuale iperproduzione.
L’approccio terapeutico di elezione può essere la neurochirurgia.
Tra i tumori ipofisari, i prolattinomi, sono condizioni in cui è preferibile una terapia farmacologica a quella chirurgica.
Vi sono poi situazioni in cui la terapia medica può precedere l’intervento chirurgico ed altre nelle quali è sufficiente l’osservazione periodica dell’adenoma.

Fonte: Paola Loli, Il Giornale dell'Ospedale di Niguarda – Milano, 2017

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