Fingolimod può esercitare il suo effetto neuroprotettivo mediante blocco dell’ossido nitrico prodotto dagli astrociti


Anche se gli astrociti partecipano alla formazione delle cicatrici gliali e alla riparazione dei tessuti, la disregolazione della via NFκB e della produzione di ossido nitrico ( NO ) in queste cellule gliali contribuisce alla neuroinfiammazione e alla neurodegenerazione.

Ricercatori hanno studiato il ruolo della relazione tra la sfingosina-1-fosfato ( S1P ) e la cascata delle citochine nella attivazione degli astrociti e della neurodegenerazione mediata dalla infiammazione, con focalizzazione sugli effetti di Fingolimod ( Gilenya ) sulla interazione tra astrociti e neuroni e sintesi di ossido nitrico in vivo.

Grazie a un modello in vitro sono stati studiati gli effetti di S1P, interleuchina 1 ( IL1 ), e la stimolazione di IL17 ( interleuchina 17 ) sulla traslocazione di NFkB e la produzione di ossido nitrico da parte degli astrociti, sulla sopravvivenza dei neuroni del midollo spinale, e sulla interazione astrociti-neuroni.
Inoltre, è stata valutata l'efficacia di Fingolimod nel bloccare la neurodegenerazione mediata dagli astrociti.

I ricercatori hanno trovato una upregolazione coordinata di IL1R, IL17RA, S1P1, e S1P3 assieme a marcatori nitrosativi negli astrociti all'interno delle lesioni di sclerosi multiple e nella encefalomielite autoimmune sperimentale.

Studi in vitro hanno rivelato che S1P, IL17, e IL1 inducono la traslocazione di NFκB e la produzione di ossido nitrico negli astrociti, e la morte neuronale innescata da medium condizionato dagli astrociti.

Fingolimod blocca due eventi di attivazione evocati negli astrociti da S1P o da citochine infiammatorie, con conseguente inibizione della neurodegenerazione mediata dagli astrociti.

Infine, la somministrazione terapeutica di Fingolimod a topi affetti da encefalomielite autoimmune sperimentale ostacola l’attivazione degli astrociti e la produzione di ossido nitrico.

Un effetto neuroprotettivo di Fingolimod in vivo può derivare dalla sua azione inibitoria sui principali punti di attivazione degli astrociti. ( Xagena2014 )
Colombo E et al, Ann Neurol 2014; 76: 325-337

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