Aumentata chemiosensibilità a ipossia e ipercapnia come fattore prognostico nell’insufficienza cardiaca


Uno studio ha valutato il significato prognostico della chemiosensibilità a ipercapnia nell’insufficienza cardiaca cronica.
Nello scompenso cardiaco è stato osservato un aumento della chemiosensibilità a ipossia e ipercapnia, ma il potenziale valore di questo aumento di ipercapnia per la predizione del rischio nell’insufficienza cardiaca sistolica non è stato valutato in modo specifico.

In totale, 110 pazienti consecutivi con insufficienza cardiaca sistolica ( età media 62 anni; frazione di eiezione ventricolare sinistra media [ FEVS ] 31% ) sono stati sottoposti a valutazione della chemiosensibilità a ipossia e ipercapnia ( tecnica del rebreathing ) e sono stati seguiti per un periodo mediano di 29 mesi ( intervallo da 1 a 54 mesi ).

È stato stabilito un endpoint composito di morte cardiaca e morte cardiaca evitata ( tachiaritmia ventricolare trattata con defibrillatore cardioverter ).

Al basale, 31 pazienti ( 28% ) hanno mostrato chemiosensibilità sia a ipossia sia a ipercapnia.

Benchè questi pazienti presentassero la stessa frazione di eiezione ventricolare sinistra dei 43 ( 39% ) con chemiosensibilità normale, sono risultati più sintomatici ( classe funzionaleNYHA ), hanno mostrato livelli plasmatici più elevati di peptide natriuretico cerebrale ( BNP ) e norepinefrina, una più ripida pendenza V(E)/V(CO2), maggior respiro di Cheyne-Stokes e più aritmia ventricolare ( tutti con p<0.05 ).

La sopravvivenza a 4 anni è stata solo del 49%, in forte contrasto con il 100% registrato per i pazienti con chemiosensibilità normale ( p<0.001 ).

All’analisi multivariata, l’aumento combinato della chemiosensibilità è risultato essere il più forte marcatore prognostico indipendente anche dopo aggiustamento per predittori univariati ( pendenza V(E)/V(CO2), respiro di Cheyne-Stokes, frazione di eiezione ventricolare sinistra e peptide natriuretico cerebrale; p<0.05 ).

In conclusione, un aumento della chemiosensibilità sia a ipossia sia a ipercapnia che causa destabilizzazione ormonale, instabilità respiratoria e aritmie ventricolari è un marcatore molto forte di eventi avversi nello scompenso cardiaco. ( Xagena_2009 )

Giannoni A et al, J Am Coll Cardiol 2009; 53: 1975-1980



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Cardio2009