Carcinoma uroteliale non-muscolo invasivo della vescica: strategie per migliorare l’efficacia della terapia intravescicale


Il carcinoma a cellule transizionali ( TCC ) costituisce la seconda più frequente neoplasia maligna urologica, e il 70% dei pazienti presenta una malattia superficiale o non-invadente lo strato muscolare ( NMIBC ).

Il Bacillo di Calmette-Guerin ( BCG ), attualmente l’agente intravescicale più efficace nel prevenire la recidiva di malattia, rappresenta l’unica terapia che ha dimostrato di inibire la progressione di malattia.
Circa il 20% dei pazienti sospende la terapia con BCG a causa della tossicità locale e sistemica e più del 30% presenta i segni di una recidiva; questi dati hanno, quindi, suscitato un crescente interesse per agenti chemioterapici alternativi.

La chemioterapia d’induzione intravescicale ha dimostrato avere un’efficacia comparabile al BCG in pazienti selezionati e l’instillazione immediatamente preoperatoria di chemioterapici è diventato lo standard terapeutico.

L’evidenza proveniente da studi clinici che hanno dimostrato l’efficacia del BCG in associazione all’Interferone alfa-2b, Gemcitabina e antracicline ( Doxorubicina, Epirubicina, Valrubicina ) in pazienti refrattari o intolleranti a BCG è in crescita.

Studi clinici di fase I che stanno studiando agenti alternativi, quali l’Apaziquone, i taxani ( Docetaxel, Paclitaxel ) e la Suramina stanno riportando risultati promettenti.

Gli sforzi sono anche diretti nell’ottica di ottimizzare la somministrazione dei regimi chemioterapici già esistenti, oltre all’impiego di nuove modalità tra cui l’ipertermia, la terapia fotodinamica, vettori marcati magneticamente e liposomi.

Tuttavia, nonostante l’entusiasmo per i nuovi farmaci intravescicali, la cistectomia radicale rimane il trattamento di scelta per pazienti affetti da carcinoma uroteliale non-muscolo invasivo della vescica in cui la terapia intravescicale fallisca e in pazienti selezionati affetti da tumori T1 con caratteristiche di invasività. ( Xagena_2009 )

Smaldone MC et al, Minerva Urologica e Nefrologica 2009; 61: 71-89



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