Carcinoma alla prostata resistente alla castrazione metastatico, Xtandi approvato negli Stati Uniti


L'Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Enzalutamide ( Xtandi ) per il carcinoma alla prostata metastatico resistente alla castrazione ( mCRPC ) nei pazienti che hanno già ricevuto la chemioterapia.

Enzalutamide è un nuovo inibitore del segnale del recettore degli androgeni, attivo per via orale, sviluppato per il tumore alal prostata in fase avanzata.

I risultati dello studio di fase III AFFIRM hanno mostrato che Enzalutamide è in grado di produrre un miglioramento statisticamente significativo ( p inferiore a 0.0001 ) della sopravvivenza globale ( OS ) ( 18.4 mesi verso 13.6 ), con un miglioramento mediano, rispetto al placebo, di 4.8 mesi ( hazard ratio, HR= 0.631 ).
Enzalutamide è risultato generalmente ben tollerato dai pazienti e ha soddisfatto tutti gli endpoint secondari.

Gli endpoint secondari dello studio AFFIRM includevano la sopravvivenza libera da progressione radiografica ( rPFS ) e il tempo alla progressione dell’antigene prostatico specifico ( PSA ).

Una rPFS mediana di 8.3 è stata osservata nel gruppo trattato con Enzalutamide versus 2.9 mesi del placebo ( HR = 0.404 ).
È stato osservato un miglioramento statisticamente significativo ( p inferiore a 0.0001 ) nel tempo alla progressione del PSA ( 8.3 mesi versus 3; p inferiore a 0.0001; HR=0.249 ).
Inoltre, diminuzioni del PSA del 50% e oltre erano più comuni nel gruppo Enzalutamide rispetto al gruppo placebo ( 54% vs 1.5%; p inferiore a 0.0001 ), così come le diminuzioni del PSA del 90% o più ( 24.8% vs 0.9%; p inferiore a 0.0001 ).

Gli effetti collaterali comuni, riscontrati con Enzalutamide, hanno incluso: affaticamento, diarrea e vampate di calore.
Gli eventi avversi di interesse hanno incluso affaticamento ( 6.3% nel gruppo Enzalutamide vs 7.3% nel gruppo placebo ), disordini cardiaci ( 0.9% vs 2% ), incluso infarto miocardico ( 0.3% vs 0.5% ), attacco epilettico ( 0.6% vs 0% ) e anomalie nei test della funzionalità epatica ( 0.4% vs 0.8% ).

AFFIRM è uno studio multinazionale randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco che ha valutato Enzalutamide ( 160 mg/die ) versus placebo in 1.199 uomini affetti da cancro prostatico avanzato e precedentemente trattati con chemioterapia a base di Docetaxel.
I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 per ricevere 160 mg di Enzalutamide una volta al giorno oppure placebo.
L’arruolamento è stato completato nel novembre del 2010 e il trigger dell’analisi ad interim è stato impostato su 520 eventi.
L’età media dei partecipanti allo studio era di 69 anni al basale.
Lo studio AFFIRM è stato condotto in Centri negli Stati Uniti, in Canada, Europa, Australia, Sud America e Sud Africa.

Lo studio AFFIRM è stato interrotto subito dopo che risultati dell’analisi ad interim programmata sono stati giudicati positivi dall’Independent Data Monitoring Committee ( IDMC ) e a tutti i pazienti idonei del gruppo placebo è stata offerta Enzalutamide.

Enzalutamide è un nuovo inibitore del segnale del recettore androgenico orale, che agisce sul pathway del segnale androgenico in tre diversi modi: blocca il legame del testosterone al recettore androgenico, ostacola lo spostamento del recettore androgenico al nucleo delle cellule cancerose ( traslocazione nucleare ) e impedisce il legame con il DNA. Questo ha dimostrato di reprimere la crescita delle cellule cancerose, inducendo la morte ( apoptosi ).

Il carcinoma prostatico è il tumore diagnosticato con maggiore frequenza nella popolazione maschile, con quasi 2.6 milioni di nuovi casi diagnosticati ogni anno nella sola Europa.
Questo tipo di cancro colpisce normalmente gli uomini con più di 50 anni.
La crescita del tumore alla prostata è dovuta principalmente al segnale del recettore androgenico ) all’interno della cellula cancerosa.
Nel tumore prostatico avanzato ( APC ), il tumore può continuare a progredire malgrado il paziente si sia sottoposto a intervento chirurgico, radioterapia e trattamenti chemioterapici oppure ormonali convenzionali.
Quando il tumore alla prostata in fase avanzata progredisce malgrado la terapia di deprivazione androgenica ( ADT ), può essere definito tumore prostatico resistente alla castrazione ( CRPC ). Si ritiene che il segnale del recettore androgenico continui a essere un fattore trainante della crescita e della proliferazione del tumore nel tumore CRPC. ( Xagena_2012 )

Fonte: Astellas, 2012

Xagena_Medicina_2012