Nivolumab come terapia adiuvante nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo aumenta la sopravvivenza libera da malattia


Nei pazienti affetti da carcinoma uroteliale muscolo-invasivo sottoposti a chirurgia radicale con intento curativo, la terapia adiuvante con Nivolumab ( Opdivo ) è risultata significativamente superiore al placebo nel prolungare la sopravvivenza libera da malattia.
Inoltre, Nivolumab ha prolungato anche la sopravvivenza libera da recidiva fuori dal tratto uroteliale.

Dall'analisi ad interim dello studio CheckMate 274 sono emersi i benefici clinici del trattamento adiuvante ( post-chirurgia ) con Nivolumab nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo.
L’immunoterapia sistemica può rappresentare un’opzione terapeutica per i pazienti che non sono eleggibili o che rifiutano la chemioterapia adiuvante a base di Platino.

Nel carcinoma uroteliale muscolo-invasivo la chirurgia radicale rappresenta lo standard di cura, tuttavia più della metà dei pazienti va incontro a recidiva a distanza.
Nivolumab, un anticorpo monoclonale anti-PD-1, è già stato approvato, grazie ai risultati dello studio CheckMate 275, nei pazienti con carcinoma uroteliale muscolo-invasivo non-resecabile o metastatico trattati con almeno un regime chemioterapico basato sul Platino.

Lo studio di fase 3 CheckMate 274, in doppio cieco, ha arruolato 709 pazienti sottoposti a chirurgia radicale che sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 per ricevere Nivolumab oppure placebo, per via endovenosa, ogni 2 settimane per un anno.
Sono stati considerati eleggibili anche i pazienti sottoposti a terapia neoadiuvante ( pre-chirurgia )con i derivati del Platino.

Il follow-up mediano è stato di circa 20 mesi.

Nell’analisi ITT ( intent-to-treat ), la sopravvivenza libera da progressione è stata di 20,8 mesi con Nivolumab e 10,8 con il placebo.
La percentuale di pazienti vivi e senza malattia a 6 mesi è stata pari al 74,9% con Nivolumab e al 60,3% con placebo ( hazard ratio, HR=0,70 ).

Nell’analisi effettuata sui pazienti con un livello di espressione di PD-L1 maggiore o uguale a 1%, le percentuali erano 74,5% e 55,7% ( HR=0,55 ).

Risultati paragonabili sono stati osservati anche relativamente alla sopravvivenza libera da recidiva fuori dal tratto uroteliale.

Il profilo di sicurezza di Nivolumab era conforme a quello osservato in altri studi clinici. Meno del 18% dei pazienti trattati con Nivolumab, e dell’8% di quelli che hanno ricevuto placebo, ha manifestato eventi avversi di grado 3-4 o tali da portare all’interruzione del trattamento.

Nel gruppo Nivolumab si sono verificati due decessi per polmonite.

In conclusione, questi primi risultati dello studio CheckMate 274 hanno mostrato che nel setting adiuvante Nivolumab prolunga la sopravvivenza libera da malattia in questi pazienti. ( Xagena_2021 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2021

Xagena_Medicina_2021