Prevenzione della fibrillazione atriale: approccio pill-in-the-pocket


La prevenzione della fibrillazione atriale di recente insorgenza è sempre stato un argomento di non facile soluzione per i cardiologi.

I farmaci antiaritmici che nell’acuto dimostrano una buona efficacia, si rivelano spesse volte inefficaci nella profilassi.

Inoltre, i farmaci antiaritmici sono gravati da effetti collaterali, talora gravi.

La pubblicazione sul The New England Journal of Medicine di uno studio italiano apre nuovi orizzonti nel management dei pazienti con fibrillazione atriale di recente insorgenza.

Lo studio ha dimostrato che non è necessario assumere in modo continuativo i farmaci antiaritmici, ma solo durante l’episodio acuto.
La risoluzione dell’episodio aritmico dopo somministrazione di una dose carico del farmaco antiaritmico, Flecainide o Propafenone, avviene, di norma, nell’arco di qualche ora e non necessita di ricovero ospedaliero.

Questo nuovo approccio è denominato “ pill-in-the-pocket ”, cioè “ pillola in tasca ”.

I primi a studiarne la fattibilità e la sicurezza erano stati nella seconda parte degli anni 90 Alessandro Capucci dell’Ospedale di Piacenza e Giuseppe Boriani dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna.

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