L'impianto di stent, associato all'Abciximab produce un maggior salvataggio miocardico rispetto all'associazione Alteplase ed Abciximab nei pazienti con infarto miocardico acuto


Diversi studi clinici hanno dimostrato che l'intervento coronarico percutaneo ( PCI , percutaneous coronary intervention ) produce maggiori benefici che non la fibrinolisi per via endovenosa. L'introduzione in terapia dell'Abciximab, un inibitore della glicoproteina IIb / IIIa , ha prodotto un ulteriore miglioramento dell'outcome dei pazienti con infarto miocardico acuto ( IMA ) sottoposti a PCI. Lo studio STOPAMI-2 ( Lancet 2002; 359: 920 - 925 ) ha studiato i due approcci nei pazienti con IMA ed insorgenza dei sintomi entro le 12 ore. Ad 81 pazienti è stato impiantato uno stent e somministrato Abciximab, mentre altri 81 sono stati trattati con Alteplase ed Abciximab. Alla scintigrafia è emerso che l'approccio stenting + Abciximab fornisce un maggiore salvataggio miocardico ( riduzione dell'area infartuale ) rispetto all'Alteplase + Abciximab. La mortalità a 6 mesi è stata del 5% nel gruppo dello stent e del 9% con Alteplase.


Maggiori informazioni sull'infarto miocardico e sulle più recenti terapie sono presenti sui siti:





  • ( Xagena_2002 )