Malattia arteriosa periferica: gli effetti degli anticoagulanti orali


I pazienti con malattia arteriosa periferica sono ad alto rischio di morbidità e mortalità cardiovascolare anche quando sono trattati con terapia antiaggregante piastrinica.

Ricercatori della McMaster University hanno compiuto una meta-analisi di 9 studi clinici che hanno coinvolto 4.889 pazienti con arteriopatia periferica.

Dai dati è emerso che gli anticoagulanti orali possono ridurre la mortalità e l’occlusione del graft, ma aumentano il sanguinamento maggiore rispetto al non trattamento.

A confronto con l’Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ), gli anticoagulanti orali non sembrano ridurre la mortalità ( odds ratio, OR = 1.04 ), o l’occlusione del graft ( OR = 0.91 ), mentre aumentano il sanguinamento maggiore ( OR = 1.96 ).

Rispetto alla sola Aspirina, la combinazione degli anticoagulanti orali con l’Aspirina appare aumentare la mortalità ( OR = 1.57 ) e ridurre l’occlusione del graft ( OR = 0.84 ), con un aumento del sanguinamento maggiore ( OR = 2.13 ).

Lo studio WAVE ( Warfarin and Antiplatelet Vascular Evaluation ) ha come obiettivo quello di delucidare il profilo di efficacia e di sicurezza degli anticoagulanti orali nei pazienti con arteriopatia periferica.

Nello studio WAVE, i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere l’anticoagulante orale ( INR target = 2-3 ) più la terapia antiaggregante piastrinica oppure la sola terapia antiaggregante.
La durata del trattamento è compresa tra i 2 e i 3 anni. ( Xagena_2006 )

Anand S et al, Am Heart J 2006; 151: 1-9




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