Infarto miocardico: minore numero di fattori di rischio correlato a maggiore mortalità


Il numero di fattori di rischio per la malattia coronarica in un paziente con infarto miocardico acuto ( IMA ) è associato in modo inverso alla mortalità intra-ospedaliera.

Uno studio osservazionale ha coinvolto 542.008 pazienti che avevano manifestato il loro primo infarto miocardico tra il 1994 e il 2006 e non avevano precedenti malattie cardiovascolari.

I ricercatori hanno analizzato i 5 principali fattori di rischio tradizionali per le malattie coronariche: ipertensione, fumo, dislipidemia, diabete mellito e storia familiare di malattia coronarica, così come la mortalità ospedaliera tra questi pazienti.

Dallo studio è emerso che la maggioranza dei pazienti che presentavano un primo infarto miocardico ( 85.6% ) aveva almeno uno dei 5 fattori di rischio per la malattia coronarica, mentre il 14.4% non aveva nessun fattore di rischio.

E' risultata una significativa associazione inversa tra età al primo infarto miocardico e numero di fattori di rischio ( p inferiore a 0.001 ).
Un'età media di 71.5 anni è stata associata ad assenza di fattori di rischio, mentre una media di 56.7 anni è stata associata alla presenza di 5 fattori di rischio.

In totale, sono deceduti 50.788 individui con primo infarto miocardico.
I tassi di mortalità non-aggiustati per i pazienti con 1, 2, 3, 4 e 5 fattori di rischio sono stati, rispettivamente, 14.9%, 10.9%, 7.9%, 5.3%, 4.2% e 3.6%.

Dopo aggiustamento per età e fattori clinici, c'è stata una significativa associazione inversa tra numero dei fattori di rischio per malattia coronarica presenti al ricovero in ospedale e rischio di mortalità ospedaliera ( p inferiore 0.001 ).

I pazienti colpiti da infarto miocardico con pochi o nessun fattore di rischio sono stati sottoposti a meno cure mediche e meno procedure cardiache invasive, e questo trattamento non adeguato può in parte aver contribuito a un peggior risultato.

La presenza di fattori di rischio precedenti al primo infarto miocardico può anche modificare il trattamento medico e potrebbe contribuire a spiegare l'associazione inversa tra numero di fattori di rischio e mortalità. ( Xagena_2011 )

Fonte: Journal of American Medical Association, 2011

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