Pazienti ospedalizzati con sindrome coronarica acuta a rischio di iperglicemia


L’American Heart Association ( AHA ) ha emesso un Scientific Statement riguardo all’iperglicemia nei pazienti ospedalizzati con sindrome coronarica acuta.

Sebbene gli studi indichino che un quarto, o la metà, dei pazienti affetti da sindromi coronariche acute, presentino iperglicemia quando vengono ricoverati in ospedale, questa condizione è spesso ignorata, nonostante sia correlata ad un aumento della mortalità.

Rimangono ancora dei gap nella comprensione della relazione tra iperglicemia ed outcome ( esiti ) non favorevoli.
Questi gap comprendono: la definizione di iperglicemia, lo sviluppo di modalità ottimali di misurazione e monitoraggio dei valori di glucosio durante l’ospedalizzazione per la sindrome coronarica acuta, la migliore comprensione dei meccanismi fisiologici responsabili degli outcome non favorevoli associati all’iperglicemia.

La questione più importante è quella di accertare se gli elevati livelli di glicemia rappresentino un mediatore diretto degli outcome avversi nei pazienti con sindromi coronariche acute, oppure un marker di maggiore gravità della malattia.

Raccomandazioni

Tutti i pazienti con sindrome coronarica acuta sospetta o confermata, devono essere sottoposti a valutazione dei livelli di glicemia, e a stretto monitoraggio.

Deve essere instaurato un controllo intensivo del glucosio nei pazienti con lvelli di glicemia maggiori di 180 mg/dl, senza riguardo ad una precedente storia di diabete, con l’obiettivo di normalizzare i livelli ( valori compresi tra 90 e 140 mg/dl ), evitando l’ipoglicemia.

I pazienti ospedalizzati in una Unità di Cura non-intensiva dovrebbero essere trattati per mantenere i propri livelli di glucosio al di sotto di 180 mg/dl.

I pazienti che presentano iperglicemia senza avere una precedente storia di diabete dovrebbero essere valutati ulteriormente per definire la gravità delle alterazioni metaboliche.
Questa valutazione può comprendere i livelli glicemici a digiuno ed i valori di emoglobina glicosilata ( HbA1c ), ed in alcuni casi un test orale di tolleranza al glucosio.

Dopo la dimissione, i pazienti con diabete noto, diabete di nuova diagnosi, o con evidenza di resistenza all’insulina, devono raggiungere e mantenere il controllo glicemico. ( Xagena_2008 )

Fonte: American Heart Association, 2008



Link: MedicinaNews.it