Ictus dopo un attacco ischemico transitorio


Diverse recenti lineeguida raccomandano la valutazione di pazienti con attacchi ischemici transitori ( TIA ) entro 24 ore, ma non è certo quanti ictus ricorrenti si verifichino entro 24 ore.
Non è chiaro nemmeno se il punteggio di rischio ABCD2 identifichi in maniera credibile le recidive nelle prime ore dopo un TIA.

Ricercatori dell’Oxford University in Gran Bretagna ha condotto uno studio prospettico, basato sulla popolazione, di incidenza di TIA e ictus con follow-up completo ( Oxford Vascular Study ) e di valutazione, a 6, 12 e 24 ore, del rischio di ictus ricorrente, definito come nuovi sintomi neurologici di insorgenza improvvisa dopo l’iniziale guarigione.

Dei 1.247 primi TIA o ictus, 35 hanno mostrato ricorrenza di ictus entro 24 ore, tutti nello stesso territorio arterioso.
L’evento iniziale era stato superato prima dell’insorgenza della recidiva di ictus in 25 casi.

I rischi di ictus a 6, 12 e 24 ore dopo 488 primi eventi ictali sono stati pari a 1.2%, 2.1% e 5.1%, con il 42% di tutti gli ictus durante i 30 giorni dopo un primo episodio di TIA verificatosi nelle prime 24 ore.

I rischi a 12 e 24 ore sono risultati fortemente correlati al punteggio ABCD2 ( p=0.02 e p=0.0003 ).

Il 64% ( n=16 ) dei 25 casi ha richiesto interventi medici urgenti prima dell’ictus ricorrente, ma nessuno ha ricevuto un trattamento antiaggregante piastrinico in modo acuto.

In conclusione, circa la metà di tutti gli ictus ricorrenti nel corso dei 7 giorni dopo un TIA, si manifesta nelle prime 24 ore e questo sottolinea la necessità di una valutazione urgente.
Il punteggio ABCD2 è affidabile nella fase iperacuta, permettendo un rapido e appropriato trattamento in Pronto Soccorso. ( Xagena_2009 )

Chandratheva A et al, Neurology 2009; 72: 1941-1947



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