Infarto miocardico acuto: stent a rilascio di farmaci versus stent di metallo nudo


La patologia coronarica è una delle principali cause di decesso a livello mondiale. Il trattamento dell’infarto miocardico acuto ( IMA ) si è evoluto con l’avvento di nuovi agenti trombolitici, di anticoagulanti, di antipiastrinici, e di innovative tecniche percutanee.

Lo sviluppo degli stent medicati ha ridotto drasticamente il rischio di restenosi intra-stent, in confronto ai semplici stent convenzionali. Negli Stati Uniti e in Europa, i clinici hanno iniziato a utilizzare gli stent a eluizione di farmaco per il trattamento dell’infarto miocardico acuto, nonostante non esistano lineeguida pratiche che ne supportino l’utilizzo.
L’aumentato rischio di trombosi precoce o tardiva dello stent, conseguente all’impianto di stent medicati, continua a destare molte preoccupazioni.

E’ stata compiuta una revisione della letteratura. Sono stati individuati studi che hanno confrontato l’impianto di stent a rilascio di farmaco con quello di stent di metallo nudo durante l’infarto miocardico acuto.

Nelle popolazioni selezionate dei pazienti che facevano parte di 13 studi randomizzati, i dati relativi a decesso, re-infarto e trombosi intra-stent non presentavano differenze statistiche tra i gruppi, mentre la rivascolarizzazione di vasi bersaglio era significativamente inferiore nei pazienti a cui era stato impiantato uno stent di metallo nudo.

Negli studi di pazienti registrati, i dati relativi a mortalità, rivascolarizzazione di vasi bersaglio e trombosi intra-stent sono risultati meno frequenti nel primo anno, dopo l’impianto di stent a rilascio di farmaco, mentre il numero dei casi di re-infarto non era differente tra i gruppi.
Rimangono aperte molteplici questioni riguardo al follow-up a lungo termine e, specialmente, alla trombosi intra-stent tardiva, sembra che gli stent medicati permettano di ridurre la rivascolarizzazione di vasi bersaglio e che non siano associati a un più elevato rischio di morte, re-infarto e trombosi intra-stent a 1 anno dopo il primo infarto del miocardio. ( Xagena_2009 )

Jones WS et al, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 585-595



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Cardio2009