Pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico: ritmo sonno-veglia


L’insonnia affligge oltre il 50% dei pazienti con tumore e si stima che la sua prevalenza sia quasi doppia rispetto a quella della popolazione generale; tuttavia, l’attenzione riservatale dalla comunità oncologica è piuttosto limitata se comparata ad altri sintomi come il dolore o la fatigue.

Uno studio ha valutato se esistono fattori che possono favorire l’alterazione del ritmo sonno-veglia e se un alterato ritmo nictemerale del sonno può a sua volta determinare condizioni che incidono negativamente sulla qualità di vita.

Sono state prese in esame 101 cartelle di pazienti, in cura presso il COES dell’Ospedale San Giovanni Battista di Torino, deceduti nell’anno 2007 a causa di una patologia oncologica. Per ogni paziente sono state raccolte dalle cartelle cliniche e infermieristiche le seguenti informazioni: età, sesso, sede del tumore primitivo, presenza di dolore, patologie concomitanti, farmaci concomitanti, tipologia di trattamento, schema chemioterapico, sopravvivenza ed effetti collaterali.

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi denominati rispettivamente induttori sì e induttori no in base all’assunzione o meno di farmaci per il trattamento dell’insonnia.

Dall’analisi condotta è emersa una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi riguardo alla presenza di sindromi ansioso depressive ( P=0.00001 ); il numero di induttori al sonno assunti in relazione alla contemporanea presenza di sindromi ansioso-depressive ( P=0.01463 ) e gli effetti collaterali ( P=0.0015 ).

Per quanto riguarda il sesso femminile è stata trovata una differenza statisticamente significativa tra il gruppo “induttori sì” e quello “induttori no”applicando il test di Fisher a 1 coda ( P= 0.04170 ), mentre la differenza è risultata solo marginale quando vengono prese in considerazione entrambe le code ( P=0.06121 ).

Non è invece emersa una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi per ciò che concerne l’età media ( P=0.61281 ), l’età mediana ( P=0.9996 ), la sede del tumore primitivo ( P=0.0815 ), le patologie concomitanti ( P=0.4205 ), la sopravvivenza ( P=0.5704 ), la presenza di dolore ( P=0.53300 ) e la tipologia di trattamento ( P=0.6466 ).

Dallo studio è emerso che i disturbi del sonno non sono a sé stanti ma tendono a creare assieme alla fatigue un circolo vizioso dove non sempre è possibile individuare quale sia la causa e quale l’effetto. ( Xagena_2010 )

Gonella S, Minerva Medica 2010;101:135-147



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