Demenze da agenti tossici

A cura di Alfredo Costa, Clinica Neurologica, Università di Pavia

"L'esposizione a numerose sostanze, soprattutto se protratta nel tempo, può portare a quadri di deterioramento cognitivo e talora di demenza conclamata. Tra i tossici ambientali che hanno ricevuto negli ultimi anni notevole attenzione, quello principale è l'alluminio, soprattutto per le segnalazioni che lo hanno implicato nella eziopatogenesi della malattia di Alzheimer. Sembra infatti esservi un aumentato rischio di sviluppare la malattia quando le concentrazioni della sostanza nell'acqua potabile sono elevate, anche se il dato è tuttora controverso. Sali di alluminio sono inoltre tra i costituenti di molti prodotti antiperspiranti, il cui uso è estremamente diffuso. I meccanismi attraverso i quali l'alluminio potrebbe contribuire alla patogenesi della malattia di Alzheimer sono molteplici, e comprendono la produzione di forme abnormi di proteina tau e quindi la formazione di gomitoli neurofibrillari, la formazione di depositi di beta-amiloide e l'induzione di una risposta immune a livello del SNC. L'alluminio è inoltre stato individuato come il principale responsabile della demenza in corso di emodialisi, oggi più rara dopo la riduzione dell'uso della sostanza nei preparati per dialisi. Questa forma di demenza, piuttosto frequente nei soggetti sottoposti a procedura dialitica, soprattutto se domiciliare (600 casi su 100.000 pazienti in Europa), è caratterizzata da disturbi della memoria e modificazioni della personalità, associati ad altre manifestazioni neurologiche (disartria, mioclonie, convulsioni). Il trattamento con agenti chelanti (desferrioxamina) può essere efficace se instaurato precocemente." Il testo è pubblicato integralmente sul sito Neurologia.net (Demenze Teaching Courses).

(Keywords: demenze secondarie, agenti tossici)