Quale farmaco per l'emicrania: Italia e USA a confronto

La terapia sintomatica dell'emicrania, e cioè quella che va somministrata al momento dell'attacco, rappresenta uno degli aspetti principali aspetti nella gestione di questo tipo di cefalea, che colpisce ben il 12% della popolazione generale. Se ne è parlato a lungo in una sessione del Corso di Aggiornamento della Società Italiana di Neurologia (SIN), recentemente svoltosi presso l'Istituto S. Raffaele a Milano. Nel corso dei lavori scientifici, il dr. Alfredo Costa (Clinica Neurologica e Centro Cefalee dell'Università di Pavia) ha presentato le linee-guida italiane relative al trattamento acuto dell'emicrania, e le ha poi confrontate con analoghe raccomandazioni ufficiali recentemente diffuse negli Stati Uniti da parte della American Academy of Neurology. "Mentre i principi generali e gli obiettivi del trattamento sono sostanzialmente sovrapponibili nei due paesi" - ha affermato il Dr. Costa - "la strategia di scelta del farmaco differisce in modo notevole: i neurologi italiani, infatti, preferiscono basarsi principalmente sull'intensità dell'attacco (espressa in gradi, da 1 a 3), mentre i colleghi americani non ritengono sufficientemente fondato questo tipo di approccio, alla luce delle evidenze della letteratura. Le linee guida americane, inoltre, includono farmaci (ad esempio oppioidi ed anestetici) che i neurologi italiani non considerano indicati nel trattamento del dolore emicranico e dei sintomi a questo associati. Nel nostro paese vengono invece raccomandate, a seconda delle caratteristiche dell'attacco, tre classi di molecole: i triptani, gli analgesici e (in casi molto limitati) gli ergot-derivati ".
(Keywords: emicrania)