Persone anziane: relazione tra obesità addominale e sintomi depressivi


È stato ipotizzato che la depressione possa sfociare in un aumento dell’obesità addominale attraverso l’accumulo di grasso viscerale, ma non sono disponibili studi clinici di grandi dimensioni che abbiano testato questa ipotesi longitudinalmente.

Un gruppo di Ricercatori statunitensi ha compiuto uno studio clinico per determinare se i sintomi depressivi fossero predittori di obesità addominale in un campione costituito da persone anziane in buone condizioni funzionali.

Le 2.088 persone tra i 70 e i 79 anni arruolate in questo studio stavano partecipando allo studio The Health, Aging and Body Composition Study ed erano tutte residenti nell’area di Pittsburgh ( Pennsylvania ) e Memphis ( Tenessee ) negli Stati Uniti.

Le principali misure di esito erano la depressione al basale, definita come un punteggio uguale o superiore a 16 nella scala CES-D ( Center for Epidemiological Studies Depression ).
Al basale e dopo 5 anni, è stata valutata l’obesità totale mediante misure di indice di massa corporea ( peso in chilogrammi diviso per l’altezza in metri quadri ) e percentuale di grasso corporeo ( misurata con assorbimetria a raggi x a doppia energia ).
Le misure di obesità addominale includevano la circonferenza vita, il diametro sagittale e il grasso viscerale ( misurato con tomografia assiale ).

Dopo aggiustamento per i fattori sociodemografici, lo stile di vita, le patologie e l’obesità generale, la depressione al basale è risultata associata a un aumento a 5 anni del diametro sagittale ( beta=0.054; P=0.01 ) e del grasso addominale ( beta=0.080; P=0.001 ).

I risultati hanno mostrato che i sintomi depressivi portano a un aumento dell’obesità addominale indipendentemente dall’obesità generale, suggerendo che ci potrebbero essere dei meccanismi patofisiologici specifici che legano la depressione all’accumulo di grasso addominale.
I dati potrebbero anche spiegare perchè la depressione aumenta il rischio di diabete e malattie cardiovascolari. ( Xagena_2008 )

Vogelzangs N et al, Arch Gen Psychiatry 2008; 65:1386-1393



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