La chirurgia bariatrica associata ad una ridotta mortalità nei pazienti con obesità grave


L’obesità è associata ad una accresciuta mortalità. La perdita di peso migliora i fattori di rischio cardiovascolari, ma non esistono studi prospettici interventistici che abbiano chiarito se la perdita di peso sia in grado di ridurre la mortalità. In effetti, molti studi osservazionali suggeriscono che il calo ponderale è associato ad un’aumentata mortalità.

Lo studio, prospettico e controllato, Swedish Obese Subjects ha coinvolto 4.047 soggetti obesi. Di questi soggetti, 2.010 sono stati sottoposti a chirurgia bariatrica ( gruppo chirurgico ) e 2.037 a trattamento convenzionale ( gruppo di controllo ).

E’ stata esaminata la motalità durante un periodo medio osservazionale di 10,9 anni.
Al momento dell’analisi ( 1 novembre 2005 ) lo stato vitale era noto per tutti i soggetti ad eccezione di 3.

Il cambiamento medio di peso nei soggetti del gruppo di controllo è risultato inferiore a ±2% nel periodo, della durata massima di 15 anni, durante il quale è stato registrato il peso.
Le massime diminuzioni ponderali sono state osservate nei sottogruppi chirurgici dopo 1 o 2 anni: bypass gastrico, 32%; gastroplastica verticale, 25%; bendaggio gastrico, 20%.

Dopo 10 anni le perdite di peso dalla basale si sono stabilizzate al 25%, 16% e 14%, rispettivamente.

Si sono verificati 129 decessi nel gruppo di controllo e 101 nel gruppo chirurgico. Il tasso di rischio ( hazard ratio ) non aggiustato era di 0,76 nel gruppo chirurgico ( p=0,04 ), se comparato con il gruppo di controllo, e l’hazard ratio aggiustato per età, sesso e fattori di rischio era 0,71 ( p=0,01 ). Le più comuni cause di morte sono state: infarto miocardico ( gruppo di controllo, 25 soggetti; gruppo chirurgico, 13 soggetti ) e tumore ( gruppo di controllo, 47 soggetti; gruppo chirurgico, 29 soggetti ).

Dallo studio è emerso che la chirurgia bariatrica per il trattamento dell’obesità grave è associata ad una perdita di peso a lungo termine e ad una diminuita mortalità generale.( Xagena_2007 )

Sjostrom L et al, N Engl J Med 2007; 357:741-752



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