Chirurgia bariatrica: gastrectomia a manica


Molto è stato pubblicato in questi ultimi, recenti, anni sulla gastrectomia a manica. E’ un intervento bariatrico che si evoluto sia dalle procedure per i restringimenti che per i malassorbimenti.
Originariamente utilizzata come un ponte verso l’intervento definitivo nei pazienti ad alto rischio, recentemente è diventata una procedura a se stante.

I dettagli tecnici della gastrectomia a manica per via laparoscopica variano, ma lo scopo è quello di rimuovere la maggior parte dello stomaco, specialmente il fundus, lasciando solo un sottile tubo gastrico tra l’esofago e il duodeno. Il risultato è una perdita di peso dovuta al restringimento così come a meccanismi neuro-ormonali.

Dall’analisi della letteratura medica si è evidenziata una perdita media attesa del peso in eccesso del 61%.

La mortalità e la morbidità sembrano essere pari a quelle del bendaggio gastrico reversibile per via laparoscopica, ma con una perdita superiore di peso e un profilo migliore a lungo termine.

Nonostante le popolari procedure miste per il malassorbimento, quali il bypass gastrico Roux en-Y (Roux en-Y gastric bypass: RYGB) e la diversione biliopancreaica con switch duodenale, non c’è esclusione di un segmento gastrointestinale e ciò consente di mantenere una continuità che permette l’esecuzione di interventi per via laparoscopica e di sorveglianza. La risoluzione delle comorbidità con la gastrectomia a manica per via laparoscopica è variabile, si pensa che sia più favorevole rispetto ad altre procedure bariatriche.

Nonostante i primi risultati sembrino essere promettenti, mancano i dati a lungo termine per definire il ruolo della gastrectomia a manica per via laparoscopica nell’ambito dell’armamentario della chirurgia bariatrica. ( Xagena_2009 )

Rosen DJ et al, Minerva Chirurgica 2009; 64: 285-295



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