Chirurgia mammaria conservativa: effetto della successiva radioterapia sulla ricorrenza e sul decesso


Dopo chirurgia mammaria conservativa, la radioterapia riduce la recidiva e il decesso per carcinoma mammario, ma potrebbe avere questo effetto più su alcuni gruppi di donne che su altri.

È stata compiuta una meta-analisi dei dati di singoli pazienti relativi a 10.801 donne in 17 studi randomizzati su radioterapia versus assenza di radioterapia dopo chirurgia mammaria conservativa, 8.337 delle quali affette da malattia linfonodo negativa ( pN0 ) o linfonodo-positiva ( pN+ ), come confermato da analisi patologiche.

In generale, la radioterapia ha ridotto il rischio a 10 anni di qualunque ( cioè, locoregionale o a distanza ) prima ricorrenza dal 35.0% al 19.3% ( riduzione assoluta 15.7%, 2p inferiore a 0.00001 ) e ha ridotto il rischio a 15 anni di decesso per tumore alla mammella da 25.2% a 21.4% ( riduzione assoluta 3.8%, 2p=0.00005 ).

Nelle donne con malattia linfonodo-negativa ( n=7.287 ), la radioterapia ha ridotto questi rischi dal 31.0% al 15.6% ( riduzione assoluta della ricorrenza 15.4%, 2p inferiore a 0.00001 ) e da 20.5% a 17.2% ( riduzione assoluta della mortalità 3.3%, 2p=0.005 ), rispettivamente.

In queste donne con malattia linfonodo-negativa, la riduzione assoluta della ricorrenza ha mostrato differenze in base a età, grado, status del recettore dell’estrogeno, uso di Tamoxifene ( Nolvadex ) ed estensione della chirurgia, e queste caratteristiche sono state utilizzate per predire riduzioni assolute ampie ( superiori o uguali a 20% ), intermedie ( 10-19% ) o basse ( inferiori a 10% ) nel rischio di ricorrenza a 10 anni.

Le riduzioni assolute nel rischio di decesso per tumore alla mammella a 15 anni in queste 3 categorie di predizione sono state, rispettivamente, pari a 7.8%, 1.1% e 0.1%, ( tendenza nella riduzione assoluta della mortalità 2p=0.03 ).

Nelle poche donne con malattia linfonodo-positiva ( n=1050 ), la radioterapia ha ridotto il rischio di ricorrenza a 10 anni da 63.7% a 42.5% ( riduzione assoluta 21.2%, 2p inferiore a 0.00001 ) e il rischio di decesso per carcinoma mammario a 15 anni da 51.3% a 42.8% ( riduzione assoluta 8.5%, 2p=0.01 ).

In generale, è stato evitato circa 1 decesso per carcinoma mammario a 15 anni per ogni 4 ricorrenze evitate a 10 anni e la riduzione della mortalità non ha mostrato differenze significative da questa relazione generale in alcuna delle 3 categorie di predizione per malattia linfonodo-negativa o linfonodo-positiva.

In conclusione, dopo chirurgia mammaria conservativa, la radioterapia mammaria dopo conservazione dimezza il tasso di ricorrenza della malattia e riduce quello di decesso per carcinoma alla mammella di circa un sesto.
Questi benefici proporzionali variano poco tra differenti gruppi di donne.
Di contro, i benefici assoluti derivanti da radioterapia variano in modo sostanziale in accordo alle caratteristiche del paziente e potrebbero essere predetti al momento della decisione del trattamento. ( Xagena_2011 )

Early Breast Cancer Trialists' Collaborative Group ( EBCTCG ), Lancet 2011; 378: 1707-1716



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