Tumore del seno allo stadio precoce: effetto prognostico dei livelli di 25-idrossivitamina D


La vitamina-D è stata associata a rischio di cancro al seno, ma gli effetti prognostici non sono noti.
Tali effetti sono biologicamente plausibili data la presenza nelle cellule del tumore alla mammella di recettori per la vitamina D, che agiscono come fattori di trascrizione nucleare per regolare l’attività dei geni.

Un gruppo di Ricercatori del Mount Sinai Hospital a Toronto in Canada, ha condotto uno studio prospettico in una coorte di 512 donne con tumore mammario in fase precoce diagnosticato tra il 1989 e il 1996.

L’età media delle donne coinvolte nello studio era di 50.4 anni, il livello medio di vitamina D era di 58.1 nmol/L.

I livelli di vitamina D sono risultati scarsi ( inferiori a 50 nmol/L ) nel 37.5% delle pazienti, insufficienti ( da 50 a 72 nmol/L ) nel 38.5% delle pazienti e sufficienti ( maggiori di 72 nmol/L ) nel 24% delle pazienti.

È stata osservata una leggera variazione nei livelli medi di vitamina D tra i mesi estivi e quelli invernali.

Il follow-up medio è stato di 11.6 anni; 116 donne hanno sviluppato recidive a distanza e 106 donne sono decedute.

Le donne con livelli scarsi di vitamina D hanno mostrato un incremento del rischio di ricorrenza a distanza ( hazard ratio, HR=1.94 ) e di mortalità ( HR=1.73 ) rispetto a quelle con livelli sufficienti.

L’associazione è rimasta dopo aggiustamento individuale per fattori legati al tumore e al trattamento, ma è risultata attenuata nell’analisi multivariata ( HR=1.71 per ricorrenza a distanza; HR=1.60 per la mortalità ).

In conclusione, la mancanza di vitamina D potrebbe essere associata a una prognosi sfvorevole nel carcinoma alla mammella. ( Xagena_2009 )

Goodwin PJ et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3757-3763



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