Ablazione con radiofrequenza nel tumore del fegato, quali sono i limiti.

A cura di Paolo Pianta, Policlinico S.Orsola, Bologna

I primi risultati dell'ablazione con radiofrequenza, in caso di tumore al fegato, sono incoraggianti da diversi punti di vista: rappresenterà certamente una valida alternativa alle soluzioni chirurgiche. E' una metodica piuttosto sicura e richiede solo una breve ospedalizzazione. I risultati sulla sua efficacia, però, sono ancora in corso di valutazione visto l'esiguo numero di casi trattati fino ad oggi e l'introduzione troppo recente per poter fornire dei dati sull'efficacia a lungo termine.
Accanto a ciò va ricordato che l'ablazione con radiofrequenze ha delle limitazioni, legate principalmente alla localizzazione della lesione neoplastica che può risultare difficile da raggiungere per via percutanea, o la presenza di segni di scompenso epatico come l'ascite o la riduzione del tempo di coagulazione ad esempio.
Un'ulteriore limitazione all'analisi dei risultati è legata ai protocolli, quasi mai coincidenti su temperature di utilizzo e tempi di applicazione. In questo senso la limitazione maggiore è data dal rapido incremento localizzato della temperatura, che inevitabilmente crea una riduzione della conduzione del calore legata ai fenomeni di carbonizzazione tessutale. Per ottenere i migliori risultati è necessario, inoltre, mantenere costante la temperatura dei tessuti circostanti l'ago e questo è strettamente legato alla presenza di tessuti a bassa resistenza come quello vascolare, di cui il tumore è particolarmente ricco e che tendono invece a disperdere il calore.

(Keywords: tumore al fegato, ablazione con radiofrequenza)