Tumore al fegato: ablazione con radiofrequenza

A cura di Dr. Paolo Pianta, Policlinico S. Orsola, Bologna.

La resezione chirurgica e il trapianto d'organo rappresentano ancora le principali opzioni terapeutiche radicali in caso di epatocarcinoma o di metastasi epatiche da neoplasie colorettali e neuroendocrine. Qualora queste fossero controindicate per la distribuzione e il numero delle lesioni, o per la presenza di severo scompenso epatico, possono essere utilizzate diverse metodiche non chirurgiche. L'arteriografia con infusione di agenti chemioembolizzanti e l'alcolizzazione percutanea, sono quelle, ad oggi, più utilizzate. Accanto a queste metodiche, negli ultimi anni, l'ablazione con radiofrequenze ha trovato sempre maggiori indicazioni e consensi.
La distruzione delle cellule tumorali si ottiene applicando una temperatura di circa 100 °C per alcuni minuti attraverso un ago guidato ecograficamente e riscaldato con l'impiego di un generatore di corrente elettrica. L'ago-elettrodo monopolare ha un diametro esterno di circa 2 mm con 4 aghi più piccoli all'interno della sua parte terminale, che si aprono a raggiera una volta in loco, facendo raggiungere un diametro di quasi 4 cm alla zona di applicazione delle radiofrequenze.

. (Keywords: tumore al fegato, ablazione con radiofrequenza)