La correzione delle deviazioni assiali del ginocchio in età pediatrica e adulta


La conformazione delle ginocchia è una delle caratteristiche fisiche dello scheletro umano soggetta a notevole variabilità individuale. Tradizionalmente si attribuisce all’angolo formato fra l’asse del femore e l’asse della tibia un valore compreso tra 0° e 5°, ma in realtà non esiste un normotipo standardizzato.
In soggetti predisposti all’artrosi, importanti deviazioni assiali del ginocchio, soprattutto in varismo possono effettivamente favorire l’insorgenza della malattia in età adulta.

E’ stata compiuta una analisi retrospettiva clinica e radiografica su 25 pazienti trattati per deviazione assiale del ginocchio, in varismo o valgismo, con epifisiodesi con cambre ed osteotomia a cuneo di addizione, ad effetto varizzante o valgizzante, stabilizzata con la placca di Puddu.

Lo studio vuole, inoltre, sottolineare l’importanza di un trattamento adeguato, tempestivo e diversificato a seconda della fascia d’età, per evitare in futuro l’intervento di protesi ( monocompartimentale ) del ginocchio.

Dei 25 pazienti esaminati, 16 sono stati trattati con osteotomia e 9 sono stati trattati con epifisiodesi con cambre. La popolazione dei 9 pazienti trattati con epifisiodesi con cambre, era costituita da 3 femmine e 6 maschi con età media di 12.5 anni ( range 11-14 ); i pazienti in esame sono stati operati per deviazioni assiali di ginocchio.
Le cambre sono state inserite a livello femorale o tibiale a seconda di una deviazione, rispettivamente, in valgismo e varismo.

Durante i controlli nei mesi a seguire è stato rilevato un significativo miglioramento dell’asse meccanico dell’arto inferiore. La popolazione trattata mediante osteotomia era formata da 6 donne e 10 uomini con età media di 40 anni ( range 14-58 ); i pazienti in esame sono stati operati sia per dismorfismi che determinavano artrosi monocompartimentale, sia per esiti di fratture.

L’osteotomia è stata sempre preceduta dall’artroscopia per il trattamento di eventuali lesioni articolari ( debridment meniscale, condroabrasione e/o perforazioni sub condrali, sinoviectomia parziale ) e poi si è proceduto all’intervento a cielo aperto.

Il follow-up medio è stato di 5 anni, i pazienti sono stati valutati mediante esame clinico, valutazione funzionale e radiografica.

In accordo con i risultati ottenuti, per tutti i pazienti è stato riscontrato un significativo miglioramento della sintomatologia dolorosa e delle funzioni del ginocchio; non sono state registrate complicanze né di tipo neurologico né vascolare o fratture. Tutte le osteotomie si sono consolidate e il grado di correzione si è conservato nel tempo, anche se con lievi variazioni. Non sono state registrate complicanze durante il decorso post-operatorio.

L’osteotomia tibiale e quella femorale di addizione interna mediante placca di Puddu assieme epifisiodesi con cambre, eseguite in pazienti opportunamente selezionati, sono risultate buone tecniche per correggere l’asse femoro-tibiale e quindi trattare e prevenire ( per quanto che riguarda l’epifisiodesi ) l’artrosi monocompartimentale del ginocchio.

Dallo studio è emerso che l’affidabilità, la riproducibilità, la semplicità della tecnica, assieme alla stabilità dei risultati a medio e lungo termine, propongono la espifisiodesi come alternativa ai metodi conservativi di correzione, qualora essi non abbiano avuto successo.
L’osteotomia di Puddu risulta essere, una valida alternativa alla protesi monocompartimentale o tricompartimentale del ginocchio, alla tradizionale osteotomia di sottrazione esterna ( Coventry ) e a quella della emicallotasi. ( Xagena_2010 )

Moreschini O et al,Minerva Ortopedica e Traumatologica 2010; 61: 381-392



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