Scala del dolore di King per la malattia di Parkinson, la prima scala per il dolore nella malattia di Parkinson


La riduzione del dolore rappresenta un bisogno insoddisfatto e un aspetto importante dei sintomi non-motori della malattia di Parkinson ( PD ).
Non esiste alcuna specifica scala convalidata per identificare e classificare i vari tipi di dolore nella malattia di Parkinson.

E’ stato riportato uno studio internazionale, trasversale, in aperto, multicentrico, sulla prima scala del dolore specifica per la malattia di Parkinson, la King’s PD Pain Scale.
I suoi sette domini includono 14 item, ad ogni item viene assegnato un punteggio in base alla gravità ( 0-3 ) che viene moltiplicata per la frequenza ( 0-4 ), con un conseguente sottopunteggio da 0 a 12, con una gamma totale di punteggi possibili da 0 a 168.

Sono stati studiati 178 pazienti con malattia di Parkinson con dolore altrimenti inspiegabile ( età media 64.38 anni; 62.92% maschi; durata della malattia, 5.40 anni ) e 83 controlli senza malattia di Parkinson, abbinati per età ( 64.25 anni ) e sesso ( 61.45% maschi ).

La differenza tra i punteggi totali, medi e mediani, alla scala King’s PD Pain Scale è stata inferiore al 10% del valore massimo osservato.

L’asimmetria è stata marginalmente alta ( 1.48 per i pazienti ).

L'analisi fattoriale ha evidenziato quattro fattori della King’s PD Pain Scale, che erano responsabili del 57% della varianza ( Kaiser-Mayer-Olkin, 0.73; test di sfericità ).

Alpha di Cronbach è stato pari a 0.78, valore medio di correlazione delle voci totali 0.40, e voce di omogeneità 0.22.

I coefficienti di correlazione dei domini della King’s PD Pain Scale e il punteggio totale con altre misure del dolore sono stati alti.
La correlazione con il punteggio totale della Scale for Outcomes in PD-Motor, Non-Motor Symptoms Scale e le misure di qualità di vita è stata elevata.

La King’s PD Pain Scale sembra essere una scala affidabile e valida per classificare vari tipi di dolore nella malattia di Parkinson. ( Xagena_2015 )

Chaudhuri KR et al, Mov Disord 2015; 30: 1623-1631

Neuro2015