Stimolazione transcranica diretta a corrente continua per il trattamento della malattia di Parkinson


La progressione della malattia di Parkinson è caratterizzata da deficit motori che rispondono meno alla terapia dopaminergica e quindi rappresentano una sfida terapeutica.
La stimolazione cerebrale profonda è di provata efficacia, ma comporta dei rischi e non è possibile eseguirla in tutti i pazienti.
La stimolazione cerebrale non-invasiva ha mostrato risultati promettenti e può fornire una valida alternativa terapeutica.

È stato effettuato uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato versus simulazione per valutare l'efficacia della stimolazione transcranica diretta a corrente continua nel trattamento della malattia di Parkinson.
L'efficacia della stimolazione transcranica diretta a corrente continua anodica applicata alla corteccia motoria e prefrontale è stata valutata in 8 sessioni nel corso di 2.5 settimane.

Le valutazioni svolte nel corso di un periodo di 3 mesi includevano prove cronometrate di deambulazione ( misura di esito primaria ) e bradicinesia negli arti superiori, la scala UPDRS ( Unified Parkinson's Disease Rating Scale ), SRTT ( Serial Reaction Time Task ), BDI ( Beck Depression Inventory ), Health Survey e auto-valutazione della mobilità.

Sono stati esaminati 25 pazienti con malattia di Parkinson, 13 trattati con stimolazione transcranica diretta a corrente continua e 12 con stimolazione simulata.

La stimolazione transcranica diretta a corrente continua ha migliorato l'andatura per un breve periodo e ha migliorato la bradicinesia sia nello stato on che off per più di 3 mesi.

Le variazioni di UPDRS, il tempo di reazione, il benessere fisico e mentale e la mobilità auto-valutata non hanno mostrato differenze tra l'intervento con stimolazione transcranica diretta a corrente continua e intervento simulato.

In conclusione, la stimolazione transcranica diretta a corrente continua della corteccia motoria e prefrontale può avere un potenziale terapeutico nella malattia di Parkinson, ma devono essere stabiliti migliori parametri di stimolazione per rendere la tecnica clinicamente valida. ( Xagena_2010 )

Benninger DH et al, J Neurol Neurosurg Psychiatry 2010; 81: 1105-1111



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