La stimolazione cerebrale profonda sollecita i sistemi di gratificazione e ricompensa, aumentando nei pazienti con malattia di Parkinson il desiderio per il cibo


Era noto che le persone affette da malattia di Parkinson sottoposte a stimolazione cerebrale profonda ( DBS ) ingrassassero.
Il motivo per cui ciò avvenisse non era ben definito.

Ricercatori del laboratorio iNSuLa - Neuroscienze Cognitive alla Sissa di Trieste, hanno pubblicato uno studio sulla rivista Cortex, rivelando l'origine multifattoriale del fenomeno.

La procedura di stimolazione cerebrale profonda consiste nell'impianto di alcuni elettrodi nel cervello, collegati a un neurostimolatore, una sorta di pacemaker, impiantato nel torace.
La metodica si è rivelata efficace nel ridurre in modo significativo i tremori; è tuttavia associata ma ad alcuni effetti collaterali.

Una delle possibili complicazioni della stimolazione cerebrale profonda come trattamento della malattia di Parkinson, è rappresentata dall'alterazione del peso corporeo.

Sono stati studiati 18 pazienti parkinsoniani prima e dopo l’intervento, mediante valutazione degli aspetti cognitivi, psicologici e comportamentali, e confronto con quelli di volontari sani.

I pazienti sono stati esaminati in tre momenti distinti: prima dell’intervento, dopo 5 giorni dall’operazione e dopo tre mesi.
Il trattamento farmacologico è stato gradualmente ridotto; all’ultima rilevazione era attivo anche lo stimolatore.

Inoltre, sono stati somministrati questionari clinici per valutare i livelli di depressione, anedonia ( incapacità di provare piacere ), e impulsività nonché a compiti di valutazione della sensibilità alla gratificazione alimentare e delle reazioni impulsive al cibo.

I ricercatori, prendendo spunto da alcuni studi su animali, volevano verificare il coinvolgimento dell’area cerebrale di stimolazione ( nucleo subtalamico ) nei sistemi di gratificazione e di ricompensa.

La variazione di peso si è rivelata più consistente nei pazienti che, dopo l’intervento, hanno mostrato un aumento del desiderio per il cibo.
E' stata anche osservata l’importanza di caratteristiche individuali quali, l’impulsività attentiva ( tendenza a prendere decisioni improvvise ), e di caratteristiche della malattia, come la sua durata e la riduzione del carico farmacologico.

I risultati dello studio hanno dimostrato la natura multifattoriale dell’aumento di peso post-operatorio. ( Xagena_2017 )

Fonte: SISSA - Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, 2017

Xagena_Medicina_2017