Terapia endovascolare nell'insufficienza venosa cerebrovascolare cronica associata a sclerosi multipla


L’insufficienza venosa cerebrospinale cronica ( CCSVI ) è caratterizzata da stenosi delle principali vie di drenaggio venoso extracranico, tra cui le vene giugulari interne e la vena azygos, con sviluppo di circoli collaterali ed insufficiente drenaggio.
Ricercatori dell’Università di Ferrara ( Italia ) hanno valutato la sicurezza del trattamento endovascolare di CCSVI e la sua influenza sull’esito clinico della sclerosi multipla.

Lo studio ha riguardato 65 pazienti consecutivi con CCSVI sottoposti ad angioplastica transluminale percutanea; di questi 35 presentavano sclerosi multipla recidivante-remittente, 20 sclerosi secondaria progressiva, e 10 sclerosi primaria progressiva.

Il periodo osservazionale è stato di 18 mesi.

Il trattamento endovascolare di CCSVI in ambito ambulatoriale è risultato fattibile ed era associato a un tasso di complicanze trascurabili.

La pressione venosa postoperatoria era significativamente più bassa nelle vene giugulari interne e nella vena azygos ( p<0.001 ).

Il rischio di ristenosi era più alto nelle vene giugulari interne rispetto alla vena azygos ( tasso di pervietà per le vene giugulari interne: 53%; per la vena azygos: 96%; odds ratio, OR=16; p<0.0001 ).

Il trattamento endovascolare di CCSVI ha migliorato in modo significativo le misure di esito clinico per la sclerosi multipla, specialmente nel gruppo sclerosi multipla recidivante-remittente: il tasso di pazienti liberi da recidiva è cresciuto passando dal 27% al 50% dopo l’intervento ( p<0.001 ) e le lesioni captanti il Gadolinio alla risonanza magnetica sono scese dal 50% al 12% ( p<0.0001 ).

E’ stato osservato un significativo miglioramento alla scala MSFC ( Multiple Sclerosis Functional Composite ) ad 1 anno nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente ( p<0.008 ), ma non nei pazienti con sclerosi primaria o secondaria progressiva.

La qualità di vita della componente fisica è migliorata in modo significativo nei pazienti con malattia recidivante-remittente ( p<0.01 ) e nei pazienti con sclerosi primaria progressiva ( p<0.03 ), con una tendenza positiva nei pazienti con sclerosi secondaria progressiva ( p<0.08 ).

E’ stato anche riscontrato un miglioramento significativo riguardo alla componente mentale della qualità di vita nella sclerosi multipla recidivante-remittente ( p<0.003 ) e nella malattia primaria progressiva ( p<0.01 ), ma non nella forma secondaria progressiva.

In conclusione, l’angioplastica transluminale percutanea dei restringimenti venosi nei pazienti con insufficienza venosa cerebrospinale cronica è sicura, e in modo particolare nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente il decorso clinico influenza positivamente i parametri clinici e di qualità di vita della sclerosi multipla associata.
Le percentuali di ristenosi sono risultate elevate nelle vene giugulari interne, a differenza della vena azygos; questo sta ad indicare che è necessario un miglioramento delle tecniche endovascolari. ( Xagena_2009 )

Zamboni P et al, J Vasc Surg 2009; 50: 1348-1358



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