Diagnosi di recidiva locale post-prostatectomia radicale: ruolo della biopsia dell’anastomosi vescicouretrale


Il tasso di recidiva biochimica dopo prostatectomia radicale è di circa il 40%. Definire il tipo di recidiva ( locale o a distanza ) è fondamentale per definire il successivo iter terapeutico. A tale scopo il ruolo della biopsia a livello dei tessuti in prossimità dell'anastomosi vescico-uretrale, dopo i primi entusiasmi, è stato progressivamente ridimensionato.

Dall’esperienza della Divisione di Urologia dell’Ospedale Gradenigo di Torino, è emerso come la presenza di tessuto prostatico alla biopsia non sia affatto trascurabile ( circa 20% ), tale dato impone evidentemente una riflessione ed un attenzione particolare nella valutazione di una lenta ascesa del PSA.
In questo gruppo di pazienti la successiva comparsa di un progressivo ulteriore incremento del PSA conferma il dato che spesso il tessuto prostatico benigno possa essere associato a tessuto neoplastico ( recidiva / persistenza di malattia ? ).

In accordo con i dati della letteratura, i Ricercatori hanno riscontrato che la regione più frequentemente sede di recidiva neoplastica è quella perianastomotica; la regione retrovescicale risulta, infatti, assai raramente interessata.

In alcune delle casistiche pubblicate, non sono state riscontrate correlazioni tra la positività della biopsia né con lo stadio patologico né con il grading istologico, mentre in altre, così come nell’esperienza dei Ricercatori, è stata rilevata una correlazione con lo stadio patologico. ( Xagena_2009 )

De Luca S, Randone DF, Urologia 2009; 76: 69-72



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Uro2009