Malattia di Alzheimer: l'anticorpo Lecanemab riduce del 27% il declino cognitivo


Dallo studio Clarity AD è emerso che l'anticorpo monoclonale Lecanemab ha dimostrato di ridurre del 27% il declino clinico dovuto alla malattia di Alzheimer, rallentando la progressione della malattia.

Lecanemab è stato testato per il trattamento del declino cognitivo lieve dovuto alla malattia di Alzheimer in fase precoce con presenza confermata di patologia amiloide nel cervello.
Lecanemab ha raggiunto l'endpoint primario e tutti gli endpoint secondari con risultati statisticamente significativi.

In particolare, il trattamento con Lecanemab ha ridotto del 27% il declino clinico ( scala cognitiva e funzionale globale, CDR-SBc ), rispetto al placebo a 18 mesi.
A partire già da 6 mesi il trattamento ha mostrato variazioni statisticamente significative nella scala CDR-SB rispetto al basale contro placebo.
Sono stati raggiunti anche in tutti gli endpoint secondari chiave ( livelli di amiloide nel cervello e punteggi su scale cognitive ) con risultati statisticamente significativi rispetto al placebo.

Gli effetti collaterali sono stati considerati in linea con le aspettative.

Lo studio Clarity AD di fase III, controllato con placebo, in doppio cieco, a gruppi paralleli, randomizzato, ha coinvolto 1.795 persone con malattia di Alzheimer precoce con un un'ampia gamma di comorbidità e impiego di farmaci, tra cui: ipertensione, diabete, malattie cardiache, obesità, malattie renali e anticoagulanti.

Lecanemab è un anticorpo anti-amiloide beta protofibrilla.

I risultati dello studio forniscono elementi a sostegno dell'ipotesi dell'amiloide, secondo cui l'accumulo anomalo di beta-amiloide nel cervello è una delle principali cause della malattia di Alzheimer. ( Xagena_2022 )

Fonte: Eisai, 2022

Xagena_Medicina_2022