Pazienti diabetici e con declino cognitivo correlato all’Alzheimer, l’uso di inibitori di DPP-4 associato a un minor accumulo di amiloide a livello cerebrale e a un più lento declino cognitivo


Diversi studi hanno indicato l’esistenza di meccanismi in comune tra diabete e malattia di Alzheimer come ad esempio l'insulino-resistenza, la formazione di beta-amiloide beta e la formazione di accumuli di neurofibrille.

Studi hanno anche dimostrato un’associazione tra uso di inibitori di DPP-4 ( dipeptidil-peptidasi 4 ) ed esiti cognitivi favorevoli nei soggetti anziani o pazienti con lieve declino cognitivo o Alzheimer, ma i dati si riferiscono a pazienti che sono stati arruolati senza conferma della presenza della malattia di Alzheimer.

Un nuovo studio si è posto l'obiettivo di definire meglio l’impatto degli inibitori di DPP-4 su accumulo di amiloide ed esiti cognitivi a lungo termine in 282 pazienti con declino cognitivo correlato all’Alzheimer per i quali erano disponibili dati sulla presenza di amiloide cerebrale ottenuti mediante PET con 18F-Florbetaben.

I pazienti sono stati suddivisi in base alla diagnosi di diabete mellito e all’uso di inibitori di DPP-4.
Sulla base di questi criteri sono stati identificati 70 pazienti affetti da diabete trattati con inibitori di DPP-4 ( ADCI-DPP-4i+ ), 70 diabetici non-trattati con inibitori di DPP-4 ( ADCI-DPP-4i- ) e 141 non-diabetici.

L’analisi ha evidenziato una minore presenza di amiloide cerebrale nel gruppo di pazienti diabetici trattati con inibitori DPP-4 rispetto agli altri sue gruppi dopo aggiustamenti.
Inoltre, i dati hanno messo in luce anche livelli più bassi di amiloide nelle aree cerebrali coinvolte nella malattia di Alzheimer.

Il trattamento con inibitori di DPP-4 è risultato associato a una diminuzione annuale inferiore nei punteggi medi alal scala MMSE ( Mini-Mental State Exam ): 0,87 punti nei pazienti diabetici con uso di inibitori di DPP-4, che salgono a 1,65 punti nei diabetici non-trattati con inibitori di DPP-4 e a 1,48 punti nei non-diabetici.

In conclusione, i pazienti diabetici e con declino cognitivo correlato all’Alzheimer, l’uso di inibitori di DPP-4 è risultato associato a un minor accumulo di amiloide a livello cerebrale e a un declino cognitivo più lento rispetto ai pazienti diabetici non-trattati con inibitori di DPP-4 e a persone non-diabetiche.
Nuovi studi potranno chiarire se l’impiego di inibitori di DPP-4 può essere di beneficio anche nelle persone non-diabetiche con problemi cognitivi. ( Xagena_2021 )

Fonte: Neurology, 2021

Xagena_Medicina_2021