Claudicazione intermittente: l’efficacia del training fisico non è compromessa dalla presenza o dall’assenza dei fattori di rischio


La correzione dei fattori di rischio dell’aterosclerosi è un’imprescindibile condizione per ottenere la massima efficacia e durata dei risultati di ogni intervento terapeutico ( farmacologico e chirurgico ) nel trattamento della claudicatio intermittens.

Uno studio ha verificato se la presenza/assenza di fattori di rischio e il loro grado di compenso condiziona la risposta del paziente con claudicazione intermittente al training fisico controllato.

La distanza di claudicazione iniziale, la distanza assoluta (absolute claudication distane il tempo di recupero ( recovery time, RT) sono stati misurati mediante treadmill test massimale in 74 pazienti claudicanti.
Le misure sono state ripetute dopo 18 giorni di training fisico controllato ( deambulazione quotidiana per 1-2 km o per almeno 30 min ) in frazioni pari al 60-70% della capacità deambulatoria misurata mediante treadmill test sotto-massimale.

I pazienti arruolati sono stati stratificati in 7 gruppi e 18 sottogruppi ( non-fumatori, fumatori, ex-fumatori, non-diabetici, diabetici compensati e diabetici scompensati, normolipemici, ipercolesterolemici compensati e ipercolesterolemici scompensati, pazienti normopeso, sovrappeso e con obesità lieve, ipertesi e normotesi, pazienti con e senza pregresso infarto miocardico o TIA/ictus ).

La distanza di claudicazione iniziale è aumentata da 55.12 a 121.86 m, la distanza assoluta da 103.16 a 191.58 m, il tempo di recupero è diminuito da 204.04 a 87.46 s, confermando la significativa ( P<0.0001 ) efficacia del training fisico controllato sulla capacità di marcia del claudicante.
Il confronto tra i delta ( valore pre meno valore post ) di ogni sottogruppo non ha mostrato differenze significative.

L’analisi multivariata della varianza dei valori pre e post di distanza iniziale di claudicazione. Distanza assoluta e tempo di recupero di ogni gruppo di fattori di rischio è stata inferiore a 0.05, dimostrando che i fattori di rischio non-influenzano il risultato del training.

In conclusione, il training fisico controllato si conferma un mezzo efficace per il trattamento della claudicazione intermittente. Non è stata riscontrata trovato alcuna differenza significativa nella risposta al training correlabile con la presenza, l’assenza e lo stato di compenso dei fattori di rischio considerati.
Pertanto, il training fisico controllato è l’unica terapia per il paziente claudicante indipendente dall’intervento sui fattori di rischio. ( Xagena_2009 )

Leone A et al, Minerva Cardioangiologica 2009; 57: 165-174



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Cardio2009