La duplice immunoterapia, Nivolumab più Ipilimumab, con due cicli di chemioterapia nel carcinoma polmonare non apiccole cellule metastatico


Le associazioni a base di Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) hanno mostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza globale in sei studi clinici di fase 3 in cinque tumori fino ad oggi: tumore polmonare non a piccole cellule metastatico, melanoma metastatico, carcinoma a cellule renali avanzato, mesotelioma pleurico maligno e carcinoma esofageo a cellule squamose.

CheckMate -9LA è uno studio globale multicentrico randomizzato di fase 3, in aperto, per la valutazione di Nivolumab ( 360 mg ogni 3 settimane ) più Ipilimumab (1 mg/kg ogni 6 settimane ) associati a chemioterapia ( due cicli ), confrontati con la sola chemioterapia ( fino a 4 cicli seguiti da terapia di mantenimento opzionale con Pemetrexed dove possibile ) come trattamento di prima linea nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule metastatico ( NSCLC ) indipendentemente dall’espressione di PD-L1 e dall’istologia.

I pazienti nel braccio sperimentale ( n=361 ) sono stati trattati con la duplice immunoterapia fino a due anni o fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile. I pazienti nel braccio di controllo ( n=358 ) hanno ricevuto fino a 4 cicli di chemioterapia e terapia di mantenimento opzionale con Pemetrexed ( se possibile ) fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile.

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale ( OS ) nella popolazione intent-to-treat ( ITT ). Gli endpoint secondari, nell’ordine, comprendevano la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e il tasso di risposta globale ( ORR ) e lo studio ha valutato anche le misure di efficacia in base ai biomarcatori.

I risultati duraturi osservati in 4 anni con Nivolumab più Ipilimumab e chemioterapia, specialmente nei pazienti con prognosi sfavorevole, hanno dimostrato i benefici a lungo termine della associazione della duplice immunoterapia con un ciclo ridotto di chemioterapia per i pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule avanzato o metastatico.
I dati nei pazienti con espressione tumorale di PD-L1 inferiore all’1% e istologia squamosa sono particolarmente incoraggianti, perchè mostrano che la terapia di associazione continua a ridurre il rischio di morte di circa un terzo rispetto alla sola chemioterapia a 4 anni di follow-up nei gruppi di pazienti che storicamente hanno esiti peggiori. ( Xagena_2023 )

Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Annual Meeting, 2023

Xagena_Medicina_2023